Presidente Bindi, anche lei vede un rafforzamento in Italia del bipolarismo?
«Il sondaggio conferma che in Italia esiste un bipolarismo fondato su due grandi partiti ma che da noi non esiste il bipartitismo. Il nostro però non è un bipolarismo maturo perché si fonda più sui conflitti che sulla condivisione dei principi: un effetto della non omogeneità delle coalizioni. La stessa litigiosità che si manifesta oggi nel centro-destra, ha caratterizzato in altri momenti il centro-sinistra.
Dal sondaggio emerge la ristrettezza della base sociale del Pd, composta quasi esclusivamente da impiegati e insegnanti. Come pensate di allargarla?
Mettendo lavoro e produzione al centro del programma: lo abbiamo cominciato a fare con la mozione che ha vinto il congresso, con cui ci siamo impegnati a costruire un partito popolare che guarda a lavoro dipendente e imprese.
Come spiega che il Pd gode della fiducia del 41% degli intervistati, mentre l'opposizione nel suo complesso arriva al massimo al 24 per cento?
È la conferma della scelta del Pd che non basta fare l'opposizione ma bisogna presentarsi come alternativa di governo. Occorre ricostruire una coalizione di centro-sinistra senza smentire la vocazione di parlare a tutta l'Italia e senza lasciare fianchi scoperti. (M. Se.)